giovedì 7 maggio 2015

Aspasia, il fascino sottile della cultura nella Grecia di Pericle

Parlare di donne colte, intelligenti, filosofe dell'età antica non è facile: molte delle loro identità, infatti, si sono perdute per sempre. Di alcune di loro sopravvivono solo i nomi perché hanno avuto la fortuna (se di questo si può parlare) di essere state celebrate dagli autori che usavano raccogliere le storie e le biografie dei grandi uomini, all'ombra dei quali spesso queste donne vivevano quali mogli, compagne o amanti. Tra queste è Aspasia, l'unica di cui la storia greca ci abbia tramandato notizie attraverso Senofonte, Platone, Plutarco e Socrate. Aspasia, pur non descritta come particolarmente bella, è capace di esercitare un fascino non comune sui suoi contemporanei. Socrate la definisce sua "maestra" e ne loda la saggezza e l'intuito politico.
Cresciuta in un mondo che giudicava il valore di una donna sulla base del silenzio di cui sapeva circondarsi ("Delle donne bisogna parlar poco o nulla", diceva Pericle), Aspasia non corrisponde al modello tradizionale di femminilità classica: devota, silente, capace di accudire il marito e la famiglia. Al contrario Aspasia è attiva insegnante in uno dei più famosi circoli intellettuali di Atene: cosa piuttosto rara e difficile per una donna e per di più straniera!.
Nata a Mileto, in Asia Minore (odierna Turchia), nella prima metà del V secolo a.C., si trasferì ad Atene, dove sarebbe diventata la concubina esclusiva di Pericle, leader incontrastato della politica ateniese. A tal proposito si potrebbe essere istintivamente portati a concludere che Aspasia sia diventata famosa grazie al suo legame con il potere. Dello stesso avviso erano i poeti comici dell'epoca, quotidianamente impegnati a bacchettare la moralità di Aspasia che veniva apostrofata come "avida prostituta". Occorre, però, chiarire un equivoco in cui noi moderni potremmo facilmente cadere: ad Atene il concubinato era una pratica non solo accettata, ma anche incoraggiata dalla società maschilista dell'epoca. Per quanto possa sembrare paradossale nessuno criticava Pericle perché aveva una relazione extra-coniugale, ma perché nutriva un sentimento d'amore autentico per una straniera tanto da abbandonare la moglie e convivere con lei, fino a sposarla (qui le notizie sono contrastanti!).
Aspasia, forse perché straniera, aveva idee non conformi all'ambiente ateniese. Per lei, ad esempio, il matrimonio era "un incontro tra due persone, ciascuna delle quali, in posizione paritaria, doveva adeguarsi alle esigenze dell'altra". Insieme, più che una coppia, formarono una società: lui a gestire la politica, lei la vita culturale. Infatti Aspasia frequentava, da intellettuale, i circoli dei sofisti, laddove, si era formato quello spirito critico e corrosivo che la civiltà greca avrebbe poi trasmesso alla modernità occidentale.
Circa le sue abilità politiche, Plutarco ci informa che Pericle ascoltasse spesso i consigli di Aspasia la quale era un po' intellettuale e un po' cortigiana... e recitando entrambi i ruoli sovvertiva le norme tradizionali che imponevano alla donna una esistenza grigia, tra le mura domestiche e al di fuori dello spazio pubblico. Nei panni dell'intellettuale fece parlare di sé grazie alla sua arte retorica e alle sue conoscenze filosofiche, suscitando lo sdegno fra gli intellettuali ateniesi. E perciò venne dileggiata, insultata, addirittura accusata di aver scatenato una guerra (quella contro Sparta) per tornaconti personali. Si vide trascinata in tribunale per malversazione, le diedero della ruffiana, e solo le lacrime di Pericle riuscirono a salvarla dalla pena capitale. Non si sa come morì, ma sappiamo che fu la figura femminile più celebre del V secolo a.C. e che la cultura dava fastidio agli intellettuali del tempo, specialmente in una donna. In fondo alle donne che hanno la sventura di essere colte e intelligenti, non viene risparmiato nulla!.
Paola Chirico

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